Non si può dire che si sia trattato di una sconfitta meritata, considerato come il Bologna abbia tirato una volta e mezza in porta, trovando il jolly a 10’ dalla fine con un "bolide" (virgolette d'obbligo) da più di 20 metri. Tuttavia, non si può nemmeno dire che il Catania abbia fatto tanto per evitare questo colpo di sfortuna. Partita brutta, tecnicamente e agonisticamente da fine stagione, come da più classico dei copioni. Forse il Catania, nella ripresa, aveva fatto addirittura qualcosina in più, un paio di occasioni con Gomez e Bergessio ben neutralizzate da Agliardi, ma poca roba. La realtà è che non si è fatto per niente bene e, come accade spesso in questo non brillantissimo finale di stagione, si è perso in modo assai più che evitabile. E doloroso. Peccato. Con quattro sconfitte nelle ultime cinque gare i rossazzurri hanno in pratica abdicato a eventuali sogni europei e, contestualmente, compromesso un ottavo posto meritato e possibilissimo, facendosi recuperare e superare da Bologna (48) e Parma (50), due team sempre rimasti sotto al Catania per tutto il torneo. Fra l’altro gli etnei hanno il calendario più difficile nelle ultime due partite, dovendo incontrare la Roma all’Olimpico e l’Udinese in casa. Rimane l’obiettivo dei 50 punti fissato dal presidente Pulvirenti, ancora raggiungibile, ma certo non giocando in maniera così deconcentrata. Perché, in fin dei conti, si tratta di questo. A onta di tutte le dichiarazioni in senso contrario, il Catania, una volta raggiunto alla grande il proprio obiettivo stagionale primario con ampio anticipo, non è riuscito a trovare le motivazioni più consone per fare qualcosa di più, mostrando i veri limiti che al momento non consentono di pensare “oltre”. Nell’ultimo periodo si è assistito a qualche errore difensivo in più, ai consueti ripetuti errori sotto porta (forse il limite più evidente) e infine ai più che soliti errori dovuti a chiara deconcentrazione dell’estremo difensore. Carrizo aveva fatto complessivamente bene, ma a Palermo ha sbagliato e oggi si è fatto trovare impreparato sulla stoccata da distanza siderale di Ramirez. Forse, per il futuro, ci sarà bisogno di maggiore continuità in questo ruolo, flagellato da ben 5 avvicendamenti stagionali. Il succo, in definitiva, è uno solo: evidentemente, non si era ancora pronti e via. Però, attenzione. Tutto questo non deve condurre al solito “pianginismo” da tutto o niente. Disconoscere come il Catania abbia disputato un’ottima stagione, condita da bel calcio e una salvezza grandiosa sarebbe tragicomico. Stiamo sereni, dunque, senza esagerare nelle lagne da portinaia. Non servono a nulla.
Mezza prodezza, mezzo errore
Probabilmente L'Aeroplanino ha tentato di riprendere quota in questo finale di campionato di tono minore rimettendo dentro la formazione titolare. Una buona idea. A Palermo, sebbene limitatamente al primo tempo, la differenza si era indubbiamente notata. Solo che alcuni titolari sono fuori condizione per motivazioni varie. E i miracoli non si possono fare sempre. Se Almiron, Izco, Barrientos (oggi assente per squalifica), Motta non girano, dimentichiamoci il “Piccolo Barcellona”, il magico possesso palla evapora. Se aggiungiamo che le alternative (e questo è un altro chiaro limite della squadra, un limite che per adesso ne tarpa le ali ) si chiamano l’attuale RIcchiuti, Catellani, Ebagua (un autentico oggetto misterioso), ecco che si possono meglio comprendere gli ultimi risultati. Detto questo, mi pare inutile commentare la partita di oggi, bruttina veramente, risolta estemporaneamente da una mezza prodezza congiunta a un mezzo errore nell’ambito di uno scenario tecnico-tattico di povertà assoluta. La fortuna questa volta ha sorriso al Bologna e via. Non si deve, in ogni caso, omettere di segnalare un dato significativo: i rossazzurri con le squadre migliori hanno fatto cose straordinarie. Se pensiamo che con Napoli, Lazio e Inter saremmo in vantaggio negli scontri diretti... Di contro, con i team meno nobili, il Catania ha sofferto tantissimo, come testimoniano i sei punti lasciati al Cagliari, al Chievo e al Bologna oppure i tre al Lecce. In buona sostanza, contro le squadre che duellano a viso aperto, il gran gioco dei rossazzurri funziona; contro le compagini che si chiudono e ripartono senza pudore, emergono i limiti di concretezza offensiva oggettivamente presenti nell'organico. Con gli attaccanti abbiamo segnato troppo poco per poter coltivare sogni di gloria. Segnato poco, sbagliato troppo e per giunta nei momenti cruciali. Per il futuro, inserire un portiere di sicuro affidamento e un centravanti che la butti dentro con regolarità sarà indispensabile se si vorrà migliorare. Migliorare, dico, non rifondare. Perché questa squadra ha valori consolidati che non possono essere misconosciuti oppure oscurati da qualche risultato negativo. Unico motivo di soddisfazione il record di Izco: 151 presenze in A, superato Vavassori. Complimenti, Marianito, sei nelal storia!!!
Roma, occasione di riscatto
Sabato sera andremo all’Olimpico a giocarcela con un’altra compagine oberata da enormi problemi in questo finale di campionato. Un Catania “normale” metterebbe sicuramente in grande difficoltà i giallorossi di Luis Enrique. La domanda è: tornerà ad essere un Catania normale o si vedrà la squadra un po’ demotivata degli ultimi tempi? L’occasione è ghiotta: rivalità ormai storica e consolidata con i "lupi capitolini" e possibilità di raggiungere quota 50. Le motivazioni ci sarebbero... Let’s go, Liotru, let’s go!!!
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